Castiglioncello

Luogo di straordinaria bellezza naturalistica, Castiglioncello gode da sempre di una posizione panoramica, affacciato su un selvaggio promontorio lontano dalle grandi vie di comunicazione e indissolubilmente legato alla natura: rosse scogliere a picco sul mare e un litorale frastagliato in piccole baie d’acqua cristallina, circondato da boschi di profumata macchia mediterranea, pini marittimi affacciati lungo la costa e, alle spalle, il brullo “Poggio” Pelato a guardia del mare.

Il piccolo centro di Castiglioncello ha una storia millenaria ma discontinua. Nato come avamposto militare a controllo del mare in epoca tardo-etrusca, sede di lussuose villae maritimae in età romana, poi castello medievale, alternò fasi di sviluppo a lunghi periodi di abbandono.
Nel ‘500, sul promontorio ormai completamente spopolato, Cosimo de’ Medici erige una torre di difesa marittima, presidiata da una piccola guarnigione, di fronte alla quale viene edificata una chiesetta dedicata a Sant’Andrea a uso dei militari e dei rari abitanti del circondario. Una decisa inversione di tendenza si avrà solo a partire dalla seconda metà dell’800, quando il critico d’arte fiorentino Diego Martelli eredita dal padre una vasta tenuta che si estende da Castiglioncello a Castelnuovo della Misericordia e la elegge a sua dimora preferita, ospitandovi a più riprese i Macchiaioli che immortaleranno nei loro quadri il paesaggio insieme rurale e selvaggio dell’epoca.
Martelli immaginava per Castiglioncello uno sviluppo turistico verso il quale muove i primi passi, ma la sua scarsa capacità imprenditoriale gli impedirà di veder coronati i suoi sogni che verranno invece realizzati dal suo successore, Fausto Lazzaro Patrone, che ne acquista la proprietà e, grazie ad influenti amicizie e un maggior senso degli affari lancerà Castiglioncello come ambita meta turistica e culturale.
La fortuna di Castiglioncello si consacrerà negli anni ‘60 del secolo scorso quando diverrà meta prediletta di vacanza e di otium di importanti intellettuali e protagonisti della cultura e soprattutto del cinema italiano.

I PRIMI RINVENIMENTI

Nella prima metà dell’Ottocento, nei pressi della Torre Medicea di Castiglioncello, vennero alla luce per la prima volta reperti e armi d’epoca tardo-etrusca…

ETÀ ELLENISTICA

Durante l’età etrusca, tra l’VIII e il V secolo a.C., il centro di gravità del popolamento della costa è costituito dalla valle del Cecina e dal tratto di costa posto immediatamente a Sud della foce del fiume…

Dai Medici a lussuosa località costiera

Restituito per lungo tempo alla natura, il promontorio di Castiglioncello entrerà nel ‘500 nel più ampio sistema di difesa del litorale toscano promosso da Cosimo I de’ Medici…

I primi rinvenimenti

Nella prima metà dell’Ottocento, nei pressi della Torre Medicea di Castiglioncello, vennero alla luce per la prima volta reperti e armi d’epoca tardo-etrusca; in questo stesso luogo si rinvennero, anni dopo, anche materiali di corredi tombali dello stesso periodo, che andarono a costituire la collezione dell’artista e mecenate Diego Martelli , da lui stesso donata al Regio Museo Archeologico di Firenze. 
Questi ed altri rinvenimenti occasionali verificatisi agli inizi del Novecento, indussero l’allora Soprintendente alle Antichità dell’Etruria Luigi Adriano Milani, ad intraprendere nel 1903 una campagna di scavi tra il Castello Patrone (oggi Castello Pasquini) e piazza della Vittoria, cui fecero seguito, tra il 1905 e il 1911, numerosi altri ritrovamenti effettuati nel corso degli imponenti lavori per la costruzione della ferrovia e il riassetto urbanistico della città.  Gli scavi interessarono una grossa parte dell’odierno centro di Castiglioncello, portando alla luce oltre trecento tombe – sia a inumazione che a incinerazione – databili tra la fine del IV e gli inizi del I sec. a.C. 
L’enorme mole di reperti rinvenuti spinse Milani nell’affatto semplice progetto di erigere un piccolo Museo nel territorio che conservasse i manufatti ritrovati; oggi possiamo ammirare il coronamento del suo sogno nel Museo Archeologico Nazionale di Castiglioncello, che ospita ancora la maggior parte di questi reperti.

L’età Ellenistica: nascita del centro e della necropoli di Castiglioncello

Durante l’età etrusca, tra l’VIII e il V secolo a.C., il centro di gravità del popolamento della costa è costituito senza dubbio dalla valle del Cecina e dal tratto di costa posto immediatamente a Sud della foce del fiume; in quest’area sono infatti noti gli insediamenti connessi al clan gentilizi che traevano la propria ricchezza oltre che dallo sfruttamento delle risorse agricole e, forse, minerarie, dal controllo dei traffici commerciali che dal mare percorrevano la via fluviale diretti verso Volterra e l’Etruria interna. L’area posta a Nord del fiume Cecina appare invece estremamente marginale, come testimoniato dalla scarsità di ritrovamenti appartenenti a questo periodo storico.

Dovremo attendere i secoli successivi per assistere alla crescita e al popolamento del territorio.
Tra il IV e il III sec. a.C., infatti, a Sud cresceva la potenza della città di Volterra, impegnata a espandersi verso la costa, popolando pian piano le campagne di piccoli villaggi rurali; a Nord si estendeva il territorio della florida città di Pisa, anch’essa interessata all’espansione dei propri domini fino al litorale e a garantirsi il controllo degli approdi naturali.

Entrambe potenti città etrusche, Pisa e Volterra erano entrate nell’orbita della crescente potenza romana, che aveva rivolto la sua attenzione all’Etruria settentrionale e, in particolar modo, alla costa dell’alto Tirreno per la sua posizione sempre più centrale nel controllo delle rotte commerciali – marittime e non – tra Roma e il resto dei territori appena caduti sotto il suo dominio.
Invece che ostacolarne l’avanzata, sia le aristocrazie di Pisa che quelle di Volterra scelsero di schierarsi con Roma, stringendo rapporti che permisero la stabilità sociale della regione e il suo sviluppo economico per un lungo periodo di tempo.

È in questa fase di “romanizzazione” (o di “acculturazione” in senso romano, come oggi si preferisce dire) che, al confine meridionale del territorio pisano, nasce il piccolo centro di Castiglioncello. La posizione strategica su un promontorio che domina la costa tirrenica, i suoi limiti cronologici che ne collocano la nascita nel momento in cui Roma muove alla conquista del Tirreno settentrionale e, non ultimi, l’abbondanza di armi e il costante richiamo alla mentalità guerriera delle tombe maschili hanno fatto ipotizzare che Castiglioncello costituisse un avamposto militare, fondato da Pisa, a guardia del mare e dell’importante asse viario che nel 241 a.C. diventò la Via Aurelia, la nuova via litoranea che collegava Roma ai centri costieri garantendo un più rapido rifornimento di truppe e di vettovaglie agli eserciti impegnati nelle guerre contro i Liguri.

A fronte dei numerosi ritrovamenti funerari, che confermano la presenza di un’ampia necropoli, estremamente scarsi sono invece i resti dell’abitato.
Un’area sacra potrebbe essere localizzata nella zona del Poggetto, dove, durante i lavori di sterro per la costruzione del Museo (1903-1911), vennero alla luce dei muri a secco, numerosi pesi da telaio, una conduttura di scarico in terracotta e un piano pavimentale con rivestimento idraulico, interpretati da Milani come i resti di un edificio sacro. Il recente rinvenimento ai piedi del Museo di un poderoso muro in opera poligonale parrebbero confermare questa ipotesi.

Grazie alla presenza di due baie ben riparate, Castiglioncello dovette comunque svolgere anche la funzione di scalo commerciale marittimo di un certo rilievo, almeno fino allo sviluppo del sistema portuale dei Vada Volaterrana.

La necropoli cessa di essere utilizzata all’inizio del I sec. a.C: la creazione, tra il 115 e il 109 a.C. del nuovo raccordo stradale della via Aemilia Scauri, che passando dall’entroterra tagliava fuori il litorale, e il mutato quadro politico e territoriale contribuirono indubbiamente al rapido declino del centro. Castiglioncello, così come il resto del litorale, rimarrà per un periodo luogo di otium e di interesse dell’aristocrazia romana, come attestano i ruderi di alcune lussuose villae maritimae di età imperiale.

ESPLORA

Il territorio in età Ellenistica

Pian dei Lupi

Pian dei Lupi

Da avamposto dei Medici a lussuosa località costiera

Restituito per lungo tempo alla natura, il promontorio di Castiglioncello entrerà nel ‘500 nel più ampio sistema di difesa del litorale toscano promosso da Cosimo I de’ Medici. È infatti in questo periodo che viene costruita la Torre di Castiglioncello che, insieme alle altre del litorale, funge da torre di avvistamento a protezione delle coste dagli attacchi e dagli assalti dei pirati. Per circa due secoli, fino al Settecento, la Torre ha mantenuto le funzioni originarie di difesa e sorveglianza. Fino all’Ottocento sarà, insieme alla chiesa di S. Andrea, l’unica presenza sul promontorio altrimenti desolato.

Possiamo affermare con una certa ragionevolezza che le sorti di Castiglioncello cambiarono radicalmente con l’arrivo di Diego Martelli, critico d’arte e mecenate di origini fiorentine che ereditò sul territorio un grosso appezzamento di terreno sul quale costruì la sua residenza e fattoria. È proprio durante i lavori di costruzione che, come abbiamo visto, vennero scoperte le prime tracce che portarono negli anni successivi al rinvenimento della vasta necropoli di età Ellenistica e alla costruzione del Museo Archeologico Nazionale di Castiglioncello, voluto da Luigi Adriano Milani a conservazione di questo importante patrimonio storico.

Ma più di questo, il merito di Diego Martelli fu indubbiamente quello di richiamare sul territorio l’attenzione di influenti personalità, dando inizio all’ambizioso progetto di trasformare quel promontorio di incantevole bellezza naturalistica in una lussuosa località costiera, meta per personaggi del mondo dell’arte e della cultura.
Tra tutti, ricordiamo la corrente artistica dei Macchiaioli che, ospiti di Martelli, fecero dei paesaggi di Castiglioncello l’oggetto centrale delle loro opere.

Le potenzialità del luogo intraviste da Martelli non rimasero infatti indifferenti agli occhi di ben più capaci imprenditori: tra tutti, il barone Fausto Lazzaro Patrone, che arrivò a Castiglioncello col progetto ben chiaro di erigerlo a stazione balneare di fama europea. Le maggiori possibilità economiche di Patrone gli garantirono il successo che era stato negato a Martelli e, dopo averne acquistato i terreni, iniziò una massiccia opera di urbanizzazione di tutta la zona. La prima e più emblematica opera di Patrone fu la costruzione dell’imponente maniero in stile neo-gotico, circondato da un ampio parco di sapore romantico, che oggi conosciamo come Castello Pasquini.
Così, a cavallo tra ‘800 e ‘900, Patrone trasforma un piccolo villaggio in una moderna cittadina: sorgono i primi eleganti stabilimenti balneari affacciati sul porticciolo, una linea ferroviaria collega la zona alle città principali, molti terreni vengono ceduti – a volte regalati – a importanti personaggi.

La fortuna turistica di Castiglioncello crescerà progressivamente fino a raggiungere il suo apice nella seconda metà del secolo scorso, diventando meta ambita per le vacanze di importanti personaggi del mondo del cinema, dell’arte e dello spettacolo. Renato Fucini, Luigi Pirandello, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman solo per citare alcuni dei nomi delle famose personalità che, all’ombra dell’ormai celebre pineta Marradi, trascorsero lunghe estati o, addirittura, eressero le proprie residenze estive.

Oggi Castiglioncello brilla ancora della sua storia variegata e luminosa e della bellezza dei suoi paesaggi, chiamando centinaia di turisti da ogni angolo del mondo.

Il territorio compreso tra Castiglioncello e la foce del fiume Cecina, per le sue caratteristiche climatiche e geografiche e per le sue risorse naturali, è da sempre una regione adatta all’insediamento umano e allo sviluppo di attività produttive: l’entroterra presenta fertili terreni pianeggianti affacciati sul mare e protetti dalle basse colline tipiche del paesaggio toscano; la costa offre numerosi scali naturali, grazie a un litorale variegato che va dalle scogliere rocciose agli arenili ghiaiosi o sabbiosi.
Queste preziose caratteristiche ambientali, in aggiunta alle risorse naturali del luogo, furono quindi un’importante attrattiva per gli uomini fin dai tempi più remoti, che seppero ben sfruttare queste disponibilità traducendole in prosperità e sviluppo.

Gli ambienti boschivi adatti alla caccia, il mare abbondantemente pescoso, la presenza di giacimenti di metalli come rame, argento e allume e di rocce sedimentarie come l’alabastro, la ricchezza di argilla, le aree pianeggianti e di bassa collina particolarmente adatte alla coltivazione di cereali, della vite e dell’olivo e all’allevamento di bestiame: queste ed altre caratteristiche resero questo territorio una vera e propria cerniera tra l’entroterra e il Mediterraneo, luogo accogliente per lo stanziamento di popoli e punto strategico per un prospero interscambio tra le produzioni locali e i mercati mediterranei.

Le ricerche archeologiche di superficie, gli scavi stratigrafici, lo studio dei reperti e delle fonti scritte, le indagini diagnostiche di geofisica e telerilevamento hanno consentito di ricostruire negli anni le dinamiche insediative ed economiche e, a tutti gli effetti, di ripercorrere la storia delle civiltà che si sono succedute in queste zone. Il territorio racchiuso entro i moderni limiti amministrativi del Comune di Rosignano Marittimo apparteneva anticamente in parte a Pisa e in parte a Volterra, due potenti città etrusche divenute poi colonie romane che dominarono lungamente l’Etruria nord-occidentale costiera. Ma già a partire dalla più antica Età del Ferro, gli uomini avevano saputo cogliere la varietà di risorse presenti sul territorio, come ci documentano insediamenti, anche di vasta estensione, per la produzione e il commercio di sale risalenti all’età protostorica. E ancora, in età tardo-antica e nel Medioevo, numerose testimonianze ci raccontano di saline attive e altamente coinvolte nelle attività commerciali. Oltre all’estrazione del sale, centrale risorsa per numerosi popoli, gli uomini seppero sfruttare le caratteristiche di un entroterra particolarmente fertile e dell’abbondanza della macchia mediterranea, preziosa fonte di legname di varia tipologia usato per la combustione nelle attività domestiche e manifatturiere, per il riscaldamento delle terme, per l’edilizia e la cantieristica navale.